La coda di paglia
La coda di paglia
Pronti per una nuova regata.
È appena terminato un anno da incubo e ne è appena iniziato un altro che potrebbe non esser da meno.
Come tutti gli anni…ma quest’anno di più!
Le ultime due settimane le abbiamo passate aspettando la salita in campo di Monti e la (ri)discesa “a furor di popolo” di Berlusconi, tra lo spread in altalena e un tweett di Bersani.
E adesso che si fa?
Si riparte.
Proseguendo sulla strada già segnata o esplorandone una nuova: l’importante è non rimanere immobili, passivi.
Venendo a noi, e al nostro caro settore immobiliare, tra un’IMU che viene e una TARES che va, tutti gli studi di settore preannunciano un altro anno in discesa e sarebbe strano il contrario visto che, in Italia, parlando di lavoro e credito nessuno va oltre le belle parole ma…senza fatti non si va da nessuna parte.
Figuriamoci se può ripartire il mattone!
Dagli USA invece ha attraversato l’Atlantico un’aria nuova che, grazie a una politica creditizia strutturata messa in campo da Sir Cameron ha fatto si che il Regno Unito abbia decisamente ricominciato a credere nel mattone e, rispetto al 2011, c’è stato un +11% di transazioni.
Strano?
Per niente.
La Banca Centrale di Sua Maestà presta i soldi alle banche solo a patto che li dirottino sui mutui e alle aziende altrimenti niente!
Sembra una cosa talmente banale ma non è così, infatti da noi, li hanno usati per ricomprare il nostro debito pubblico e…salvare (comprare!) una banca.
Qualcuno dovrà accorgersi che così non andremo da nessuna parte se non sugli scogli.
Nella convinzione che, alla fine, qualcuno più onesto arriverà a metter fine a questo scempio, noi continuiamo a credere nel nostro lavoro e in quello dei colleghi.
Di quei colleghi che riusciranno a resistere cambiando, di quelli che resisteranno perché sono già cambiati e hanno capito che continuando ad operare come facevano 10 anni fa oggi non è più possibile: loro sono invecchiati e il mondo è andato avanti, senza aspettarli.
Soprattutto sono cambiati i compratori.
Lo andiamo dicendo da anni figuriamoci ora che lo dicono tutti.
La danza la conduce chi paga.
E chi paga, ha diritto di pretendere un servizio, possibilmente il migliore, fornito da un professionista e non da un abusivo.
Da un agente immobiliare formato, informato e preparato non da chi è rimasto al calamaio e alla pergamena.
Da una struttura che capisce quali sono le esigenze del proprio cliente e non da chi propone un attico a chi cerca un piano terra.
Da un professionista che non si chiude a riccio senza collaborare per non dividere.
Da un agente immobiliare che porta valore aggiunto alla categoria di appartenenza.
Finchè queste affermazioni continueranno a dar fastidio vuol dire…che ne abbiamo ancora bisogno. Tutti.
Occhio alla coda di paglia e Buon 2013!