La parabola immobiliare (da Via Vallescura a Via Dante)
La parabola immobiliare (da Via Vallescura a Via Dante)
Forse non ci avete mai pensato, eppure è così.
Esiste veramente una parabola che unisce la vita delle persone e le case.
Ovunque, ma soprattutto in Italia e di sicuro a Bologna. Vivere nello stesso appartamento per tutta la vita è qualcosa che sembra non fare più parte della cultura italiana. Secondo un interessante studio su un campione di circa 5.000 individui, se in media ogni italiano trasloca 2,5 volte nel corso della sua vita, un quarto dei nostri connazionali lo fa più di 4 volte. E quasi il 13%, udite bene, addirittura sei volte o più.
Tutto questo accade anche qui a Bologna, naturalmente. E data la mia ormai ultradecennale esperienza nel mondo dell’immobiliare felsineo, ne sono diretto testimone.
A ciò mi ha fatto pensare una coppia “matura” di miei clienti che oggi, con la mia complicità professionale, vive felicemente in una villa Liberty in Via Dante, ma il cui primo immobile era stato un piccolo – benché signorile – appartamento in Via Vallescura, zona Saragozza.
E’ per questo che conosco bene la loro storia e che qui vi racconto.
La prima casa, ça va sans dire, è stata per loro (non sono certo gli unici) quella da single, dove hanno poi iniziato il loro percorso come coppia, lui giovane imprenditore e lei aspirante professoressa nella Facoltà di Lettere.
Si potrebbe definire come la casa della loro partenza, dell’amicizia, delle risate e delle emozioni forti che lasceranno il segno. È la casa in cui hanno concepito i figli e in cui sono avvenuti anche i loro primi litigi “casalinghi”, un po’ come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello: discussioni su come allevare i pargoli, come arredare la casa, dove andare in vacanza (lui preferirebbe un tour in moto in Sardegna e Corsica, lei vorrebbe partire in crociera nel Mar Rosso…) e così via.
Il loro appartamento dell’epoca misurava una cinquantina di mq. e loro avevano poco più di 30 anni, nel fior fiore degli anni.
Dopodichè arrivò la seconda casa, con giardino, certamente più grande della precedente – un centinaio di mq. circa – e anch’essa ben vicina al centro, in Via Gandino (nei pressi dei Giardini Margherita).
Questa la comprarono insieme verso i 45 anni, quando lui e lei avevano già raggiunto una discreta posizione lavorativa e potevano ambire al “salto di qualità”. Fu quella per loro la casa della maturità, con anche una funzione di comunicazione del proprio status sociale nonché di auto-appagamento.
Da ultima, con il nostro zampino, è arrivata da poco la terza casa, quella in cui trascorreranno serenamente la loro vecchiaia. È l’immobile che questa coppia sognava da tempo, una bella e signorile villa in stile Liberty in Via Dante appetibile non solo per la sua eleganza ma anche per la sua posizione centrale, a due passi da Via Santo Stefano, dal centro storico di Bologna e da tutte le comodità.
Potremmo definirla anche come la casa definitiva, quella della vecchiaia, della pensione e delle coccole ai nipoti, oltreché della saggezza. Oggi i due coniugi hanno circa 65 anni, i loro 2 figli sono già over 30 – stanno muovendo i loro primi passi nell’azienda di famiglia – e al momento vivono con loro in questa bella dimora.
Insomma, ciò che spesso caratterizza la vita di una persona o una coppia – parlando di immobili, chiaramente – è una vera e propria parabola, come si diceva all’inizio. Un percorso nel quale cresciamo, maturiamo, evolviamo e cambiamo.
Perché le case non sono semplicemente dei rifugi fatti di mattoni, da quella più piccola in Via Vallescura a quella più spaziosa in Via Dante.
Le case sono i mezzi di trasporto con cui attraversiamo le nostre vite, indirizzati verso la felicità.